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Segnalato da: laRepubblica, IlGiornale, Salute33, ForumSalute.it
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Infiltrazioni Cortisone Schiena: cosa sono, come si fanno, quali sono i rischi


Cos'è un'infiltrazione di cortisone alla schiena?


L’infiltrazione di cortisone alla schiena è una procedura medica che consiste nell’iniettare un farmaco cortisonico in prossimità dei nervi spinali, all’interno dello spazio epidurale, cioè l’area compresa tra le ossa vertebrali e il midollo spinale.


Il cortisone è un potente antinfiammatorio che aiuta a ridurre l’infiammazione e la compressione dei nervi causata, ad esempio, da ernia del disco, artrosi vertebrale, sciatica o stenosi del canale vertebrale. Lo scopo principale di questa terapia è alleviare il dolore lombare o cervicale, migliorando la mobilità e la qualità della vita del paziente senza ricorrere a un intervento chirurgico.


infiltrazione schiena


A cosa servono le infiltrazioni di cortisone alla schiena?


Le infiltrazioni di cortisone vengono utilizzate per ridurre l’infiammazione locale e calmare il dolore irradiato causato dall’irritazione o dalla compressione di un nervo spinale. Si tratta di un trattamento indicato per diverse patologie della colonna vertebrale, tra cui:


  • Ernia del disco lombare o cervicale, condizione che comprime le radici nervose e causa dolore in grado di irradiarsi anche alle gambe o alle braccia;
  • Lombosciatalgia o lombocruralgia, con dolore che si estende rispettivamente lungo la gamba o la coscia;
  • Stenosi del canale vertebrale, restringimento del canale che ospita il midollo spinale;
  • Artrosi delle faccette articolari vertebrali, patologia che può provocare dolore cronico localizzato;
  • Postumi di interventi alla colonna o dolore persistente dopo chirurgia spinale.


In molti casi, le infiltrazioni possono rappresentare un’alternativa temporanea o complementare alla chirurgia, soprattutto quando i farmaci orali o la fisioterapia non offrono benefici sufficienti.


Come si fanno?


Le infiltrazioni di cortisone alla schiena vengono eseguite da un medico specialista (di solito un ortopedico, un fisiatra o un anestesista esperto in terapia del dolore).


La procedura si svolge in posizione prona o seduta, con la schiena scoperta e disinfettata. Dopo aver individuato il punto esatto, il medico introduce un ago sottile e, con l’aiuto di una guida radiologica (fluoroscopia o TAC), inietta il farmaco nello spazio epidurale o vicino alla radice nervosa infiammata. L’iniezione può contenere:


  • Cortisone (ad es. metilprednisolone, betametasone o triamcinolone), per ridurre l’infiammazione;
  • Anestetico locale, per dare sollievo immediato;
  • Soluzione fisiologica, per migliorare la distribuzione del farmaco.


A seconda del caso, il medico può scegliere tra diverse tecniche di accesso:


Tipo di infiltrazioneDescrizione
CaudaleLa più semplice, indicata se sono coinvolte più aree o dopo interventi chirurgici.
InterlaminareConsente di raggiungere direttamente lo spazio epidurale all’altezza del nervo interessato.
TransforaminaleLa più mirata: il farmaco viene iniettato vicino alla radice nervosa compressa, di solito per lombosciatalgie.


Quali sono i rischi e gli effetti collaterali?


Le infiltrazioni di cortisone alla schiena sono in genere sicure e ben tollerate, soprattutto quando vengono eseguite da personale medico esperto e con guida radiologica. Chiaramente, come per qualsiasi procedura medica, ci sono alcuni rischi e possibili effetti collaterali che, seppur raro, vanno comunque analizzati. I principali rischi sono:


  • Infezione locale o sistemica;
  • Sanguinamento o ematoma, in particolare nei pazienti che assumono anticoagulanti;
  • Danno nervoso accidentale, con conseguente dolore o formicolio temporaneo;
  • Reazioni allergiche ai farmaci utilizzati.


In presenza di disturbi della coagulazione, terapia anticoagulante, infezioni cutanee nella zona di iniezione o allergie note al cortisone, il medico può sconsigliare o rinviare l’infiltrazione.


Gli effetti collaterali più comuni, generalmente lievi e di breve durata, sono:


  • Dolore o arrossamento nel punto di iniezione;
  • Peggioramento momentaneo del dolore nelle ore successive all'infiltrazione;
  • Sensazione di calore o arrossamento del viso;
  • Insonnia o agitazione per qualche giorno;
  • Aumento temporaneo della glicemia, soprattutto nei pazienti diabetici;
  • Mal di testa, meno frequente.


Questi disturbi si risolvono di solito spontaneamente entro pochi giorni e non richiedono particolari trattamenti. Va invece prestata maggiore attenzione in caso di infiltrazioni ripetute nel tempo, poiché un uso prolungato di cortisone può favorire la perdita di massa ossea (osteoporosi): per questo motivo, il numero e la frequenza delle infiltrazioni devono sempre essere valutati caso per caso dall'ortopedico della colonna vertebrale.


Cosa fare e cosa non fare dopo un'infiltrazione di cortisone alla schiena?


Dopo un’infiltrazione di cortisone alla schiena è importante seguire alcune semplici precauzioni per favorire l’efficacia del trattamento e ridurre il rischio di complicanze. Nelle prime 24-48 ore successive all’infiltrazione, si consiglia di:


  • Non svolgere sforzi fisici e attività intense come sollevamento pesi o sport;
  • Mantenere la zona pulita e asciutta;
  • Applicare ghiaccio (non direttamente sulla pelle) se si avverte dolore o gonfiore;
  • Monitorare eventuali sintomi anomali come febbre, rossore o dolore crescente, che devono essere segnalati subito al medico;
  • Riprendere gradualmente le normali attività, in accordo con le indicazioni dello specialista.


Da evitare invece:


  • Bagni caldi o sauna nelle ore immediatamente successive alla procedura;
  • Assunzione di farmaci antinfiammatori senza indicazione medica (potrebbero interferire con l’effetto del cortisone);
  • Movimenti bruschi o esercizi non supervisionati.


Quanto dura l'effetto delle infiltrazioni di cortisone alla schiena?


La durata dell’effetto varia in base alla causa del dolore e alla risposta individuale del paziente. In molti casi, il sollievo si manifesta entro pochi giorni dall’infiltrazione e può durare da alcune settimane fino a 3-6 mesi.


Nei pazienti con ernia del disco recente, l’infiltrazione può portare a una risoluzione stabile del dolore. Al contrario, in coloro che soffrono di mal di schiena cronico o stenosi spinale, il beneficio è spesso temporaneo, ma permette comunque di ridurre l’infiammazione.


Va ricordato che le infiltrazioni di cortisone non curano la causa strutturale del dolore; piuttosto permettono di controllarne i sintomi e migliorare la qualità di vita. Per un risultato duraturo, è sempre consigliabile inserirle in un percorso terapeutico completo che comprende fisioterapia, esercizi e modifiche dello stile di vita.


sollievo dal dolore dopo infiltrazioni schiena


Quanto costano le infiltrazioni di cortisone alla schiena?


Il costo di un’infiltrazione di cortisone alla schiena può variare in base alla tipologia di procedura, alla tecnica utilizzata e al centro medico a cui ci si rivolge. In generale:


Tipo di infiltrazioneCosto medio
Infiltrazione standard50-90 €
Infiltrazione ecoguidata70-110 €


Domande frequenti sulle infiltrazioni di cortisone alla schiena


Quante infiltrazioni di cortisone si possono fare alla schiena?


In genere, le infiltrazioni di cortisone alla schiena si possono eseguire fino a 3-6 volte l’anno, a seconda del tipo di problema e della risposta del paziente. Nei casi acuti, come un’ernia discale comparsa di recente, le infiltrazioni possono essere più ravvicinate; nelle forme croniche, invece, è preferibile effettuarle a distanza di alcuni mesi.


Le infiltrazioni di cortisone alla schiena sono dolorose?


Prima dell’iniezione, solitamente il medico applica un anestetico locale. Durante la procedura il paziente potrebbe avvertire solo un lieve fastidio o una pressione, ma non un dolore intenso.


Ci sono altre tipologie di infiltrazioni che possono essere fatte alla schiena?


Sì, esistono diverse tipologie di infiltrazioni per la colonna vertebrale. Una di queste è il Plasma Ricco di Piastrine (PRP), procedura che prevede il prelievo di un campione di sangue, la sua separazione in singole componenti e la reiniezione delle piastrine per promuovere la riparazione e la guarigione dei tessuti nella schiena e nella colonna vertebrale.


Interessante, in tal senso, è uno studio del 2025 che ha confrontato l’efficacia delle infiltrazioni di cortisone (ESI) con quella del PRP nel trattamento del dolore lombare radicolare causato da ernia del disco. I risultati hanno mostrato che:


  • Le infiltrazioni di cortisone hanno garantito un miglioramento funzionale più rapido nelle prime quattro settimane;
  • Nel medio e lungo termine, non sono emerse differenze significative tra cortisone e PRP in termini di dolore e funzionalità;
  • Nessuno dei due trattamenti ha riportato eventi avversi gravi.


Gli autori dello studio, in linea col pensiero espresso dagli ortopedici della colonna vertebrale accreditati dal sito di prenotazioni mediche online EccellenzaMedica.it, hanno evidenziato la necessità di condurre ulteriori studi per valutare l’efficacia del PRP nel trattamento del dolore lombare radicolare.


Quanto tempo ci vuole per fare un'infiltrazione di cortisone alla schiena?


L’intera procedura dura in genere 10–20 minuti.


Fonti e bibliografia


  • Wang, Xinan, and Ying Zhang. “Therapeutic interventions of platelet-rich plasma versus corticosteroid injections for lumbar radicular pain: a systematic review and meta-analysis.” Journal of orthopaedic surgery and research vol. 20,1 306. 25 Mar. 2025, doi:10.1186/s13018-025-05725-z.

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